A Modica il cioccolato a marchio Igp si fa seguendo un’antica ricetta azteca

cuticci cioccolato di Modica

(di M.Laura Crescimanno) Si fa presto a dire cioccolato di Modica. Già, perchè sarebbe opportuno diffidare delle troppe barrette di cioccolato cosiddetto puro, che ormai si trovano ad ogni angolo, dalle pasticcerie agli autogrill. Meglio ancora sarebbe che il consumatore potesse fidarsi di un marchio di qualità, per non cadere nelle ingannevoli imitazioni.

A Modica da secoli l’arte della pasticceria si è affinata di famiglia in famiglia per generazioni. Qui il cioccolato si fa soltanto seguendo un’antica ricetta di origine azteca, che vuole la fava di cacao e lo zucchero lavorati a freddo in maniera artigianale sulla pietra lavica. Procedimento che garantisce il mantenimento delle proprietà organolettiche, quelle cioè che lo rendono riconoscibile ed unico al palato, ma anche delle proprietà salutistiche. Secondo gli antichi popoli dell’America centrale, scopritori della cioccolata calda come bevanda degli dei, la fava di cacao associata alle spezie possedeva sicure proprietà curative.

La cittadina del Sud Est che da ben ventiquattro anni ospita il festival internazionale dedicato alla bevanda degli dei, legando così il suo nome alla cioccolata, ha atteso con ansia il riconoscimento Igp (Indicazione di origine protetta) da parte dell’Unione Europea. Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue della domanda di registrazione del Cioccolato di Modica nell’elenco europeo dei prodotti a indicazione geografica protetta (Igp) avvenuta a maggio, è stato necessario attendere tre mesi per porre la parola fine all’iter: in questo lasso di tempo, infatti, le autorità di uno Stato membro o di un Paese terzo oppure a persone fisiche o giuridiche avrebbero avuto diritto di opporsi alla domanda di registrazione. Nessuno si è opposto e, alla scadenza dei tre mesi, lo scorso 15 ottobre con la pubblicazione sulla Gazzetta Ue, la denominazione della Igp “Cioccolato di Modica” è stata ufficialmente registrata nella lista Ue dei prodotti alimentari di qualità.

Quella sull’Igp è stata una lunga battaglia condotta dall’attuale Consorzio sin dal 2012, quando l’allora ministro per le Politiche Agricole Paolo De Castro, lavorò per modificare il regolamento. Per riscoprire la storia della diffusione del cioccolato nel mondo incluso quello di Modica, il Consorzio di tutela, cui aderiscono circa 20 aziende dolciarie, ha affidato a Grazia Dormiente la responsabilità del settore Cultura del Consorzio di Tutela del Cioccolato di Modica il coordinamento di una ricerca culminata con la pubblicazione, per i tipi di Feltrinelli-Gribaudo, del libro “Modica. La Storia del suo Cioccolato”, che è diventato lo strumento di base per l’avvio di una capillare attività di promozione enogastronomica della città di Modica all’estero.

Il cioccolato di Modica è stato grande protagonista al G7 di Taormina nel maggio 2017, all’Expo 2017 del Kazakistan, al G7 Pari Opportunità di Taormina del 2017.  Per conoscere la storia del Cioccolato di Modica sono venuti a Modica a visitare il Museo del Cioccolato all’interno del palazzo comunale della cultura il principe Alberto di Monaco, gli ambasciatori di Spagna, Senegal, Marocco, Israele, Colombia ed Ecuador, oltre ai presidenti ed esponenti della politica nazionale.

A Modica i produttori hanno atteso con impazienza che quei tre mesi successivi alla pubblicazione della proposta di disciplinare dell’Igp passassero velocemente, come spiega il maestro cioccolattiere Carmelo Di Lorenzo, che dal 1975 ha ereditato dal fratello Giovanni e dal padre Salvatore, a sua volta allievo della celebre dolceria Bonajuto, l’arte della cioccolateria modicana. 

L’azienda fondata da Salvatore Di Lorenzo e dalla moglie nel 1975, ha ancora oggi sede nel corso centrale di Modica, ed ha ricevuto nel 2016 il blasone d’eccellenza dall’Accademia Italia della Gastronomia Storica. Nell’arco di due generazioni, si è specializzata nella riproposizione fedele dei dolci della tradizione modicana: i nucatoli ai fichi, i tipici m’panatigghi con cioccolato e carne di manzo, l’aranciata, la cedrata, i torroni e la cubaita, i mustazzola con miele e carrubo.

Ma c’è un prodotto innovativo in casa Di Lorenzo che è già andato oltre la tradizione, e che ha riscosso il successo del pubblico internazionale per la sua originalità e perfezione dolciaria: sono i “Cuticci”, invenzione di famiglia, oggi disponibili in diverse confezioni, acquistabili dal sito e-commerce. Realizzati con la tecnica antica del cioccolato di Modica, riproduco la vecchia pavimentazione in pietra utilizzata nelle vie e nei vicoli della città vecchia, proposti prima in degustazione con la esclusiva aromatizzazione al finocchietto selvatico. I Cuticci sono stati donati ai sette grandi del mondo in occasione del G7 ed ai 3000 delegati e giornalisti presenti, che li hanno portati in giro per il mondo.

Oggi sono prodotti dall’azienda fedelmente alla tradizione, ma con diverse aromatizzazioni e con packaging diversi: da 400 sino ai 30 grammi ma anche alla cannella, agli agrumi, al rum ed il nero 60% senza aromi. Il successo dei Cuticci è tale che nei formati da 30 e da 85 grammi, vengono personalizzati e utilizzati come segnaposto nelle cerimonie e come bomboniere per tutte le ricorrenze. Ma – conclude il maestro cioccolattiere – il 2018 sarà anche l’anno delle innovazioni soprattutto legate all’e-commerce, senza le quali oggi è impossibile far sopravvivere la tradizione. 

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