Casa Grazia, impresa e cultura a braccetto nel segno di Camilleri

GELA (CL) – Aneddoti e curiosità nel segno di Andrea Camilleri hanno intrecciato memoria condivisa e identità culturale, in occasione della 1a edizione del “Premio Vigàta” che si è svolto a Gela lo scorso 12 settembre. Voluto dalla famiglia Brunetti per celebrare il felice connubio tra cibo, storie, luoghi e territori nel centenario della nascita dello scrittore empedoclino che con la sua inventiva linguistica, tra realtà e immaginazione, ha traghettato la Sicilia nel mondo, il premio è stato ospitato tra le vigne e gli ulivi di Casa Grazia. 

Incastontata nello scenario della bellezza incontaminata della Riserva Naturale del Lago Biviere, il più grande lago salato costiero della Sicilia, Casa Grazia coniuga, ancora una volta, impresa e cultura, nel solco della sua mission. 

«Un premio destinato a durare nel tempo – ha esordito Maria Grazia Di Francesco  Brunetti, Ceo di Casa Grazia nel suo discorso di aperturaperchè è soprattutto un progetto ad ampio raggio che celebra il genio di Andrea Camilleri e il legame indissolubile tra letteratura, territorio e luoghi. Il nostro auspicio è che questa serata diventi un momento di incontro, di bellezza e di ispirazione, in cui la cultura e la comunità si incontrano e si rafforzano reciprocamente»

Un puzzle a più voci ha puntellato la cerimonia di premiazione condotta da Ornella Sgroi, giornalista del Corriere della Sera che con eleganza e bravura ha catturato l’attenzione del pubblico numeroso con un ritmo vivace, mai banale, a tratti emozionante. 

Tra immagini e parole

Le prime quelle della nipote di Andrea Camilleri, Alessandra Mortelliti, regista, che, in rappresentanza del Fondo “Andrea Camilleri”, partner dell’iniziativa, ha plaudito il Premio Vigàta definendolo “faro di bellezza per la Sicilia”,a cui sono seguite quelle di amici e colleghi presenti alla cerimonia, si è snodato il racconto su “il padre” di Montalbano e della preziosa eredità letteraria da custodire e consegnare alle giovani generazioni. 

Il Premio Vigàta è nato in collaborazione con il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della nascita di Andrea Camileri, il Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo” ed è patrocinato dal  Comune di Gela con il sindaco Terenziano Di Stefano e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Gela, Peppe Di Cristina, nell’ambito dell’iniziativa “Gela tra mito e letteratura”. Si avvale del supporto del comitato scientifico (composto da, Andrea Cassisi, giornalista di L’Avvenire, Vincenzo Castellana, direzione creativa Casa Grazia, Sarah Zappulla Muscarà dell’Università di Catania e Enzo Zappulla, presidente Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano).

I premiati

La giuria (composta da Andrea Cassisi, giornalista de L’Avvenire, Felice Cavallaro, giornalista del Corriere della Sera ed ideatore e presidente di La Strada degli Scrittori, Maria Grazia Di Francesco Brunetti, Ceo di Casa Grazia, Francesco Liardo, Cfo di Sicilsaldo Group) ha premiato personalità di rilievo  del giornalismo e della narrativa. Tra queste Donata Agnello, direttrice del mensile “I Love Sicilia”, un magazine che affronta gli aspetti della bellezza, dell’arte, dell’innovazione e della capacità produttiva dell’isola, senza trascurarne i paradossi, i ritardi, le contraddizioni e gli aspetti critici. Premiato anche Mario Andreose, giornalista, traduttore, scrittore (da ricordare: Voglia di libri, Uomini e libri), presidente de “La nave di Teseo”, figura storica dell’editoria, protagonista di primo piano della cultura libraria italiana, dalla fine degli anni Cinquanta a oggi, dall’esperienza nel Saggiatore alla direzione della Bompiani, all’amicizia e al sodalizio con Umberto Eco, fino alla nuova, importante iniziativa, la fondazione della casa editrice “La nave di Teseo”,  condotta al fianco di Elisabetta Sgarbi. 

Per la narrativa, il premio è stato assegnato a Michele Brambilla e a Paolo Di Stefano. Michele Brambilla, direttore del «Secolo XIX», culmine di una carriera giornalistica di grande prestigio, è autore ora di un noir fortemente intrigante, fascinoso, sorprendente tra cronaca e memoria, “Non è successo niente di grave” (Baldini+Castoldi). Paolo Di Stefano, giornalista culturale del Corriere della Sera e scrittore pluripremiato per romanzi familiari e sociali che affrontano i momenti chiave della storia italiana (e particolarmente siciliana).

A Silvana Grasso,  scrittrice e filologa, il Premio Speciale Vigàta per “l’originalità nell’invenzione linguistica, la potente magmatica lingua letteraria che la scrittrice forgia e scolpisce come uno scultore, per le innovazioni  di merito, di metafora e similitudine testalmente citate dal prestigioso Treccani”. Vulcanica come la sua terra d’origine, Giarre, Silvana Grasso con la sua vis teatrale ha ipnotizzato il pubblico di Casa Grazia con le sue performance linguistiche tra il greco e il siciliano, rendendo vive e contemporanee, alla stregua di Camilleri, le radici della nostra identità. 

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