Vini Fazio: tradizione, innovazione e appartenenza al territorio ericino

Finisce in questi giorni la vendemmia in Casa Vinicola Fazio. A Fulgatore, territorio di Erice, dove si trovano i vigneti della maison da un milione di bottiglie, si respira ottimismo.

da sinistra: Giacomo Ansaldi, Mimmo Fazio e Lilly Ferro Fazio

Tutto va per il meglio: la vendemmia 2020, grazie a un meteo insolito ma che con le piogge di fine primavera e inizio estate è stato capace di rimediare a un inverno secco e mite, con 10-14 giorni di ritardo rispetto allo scorso anno, ha regalato uve sane. «La vendemmia delle uve bianche è quasi terminata e per quelle rosse siamo giunti all’ultimo miglio – spiega Giacomo Ansaldi, winemaker della Casa vinicola Faziocon le varietà più tardive. Siamo più che soddisfatti, ci sono ottime premesse. Non sarebbe un azzardo affermare che siamo di fronte ad una vendemmia che va fuori dagli schemi usuali, forse la migliore degli ultimi 5 anni».

Giacomo Ansaldi, socio ed enologo della Casa Vinicola Fazio di Erice

L’annata 2020 si preannuncia, dunque, di buona qualità e lo dimostrano già adesso i campioni prelevati dalle vasche e proposti all’assaggio a un gruppo di giornalisti specializzati. Hanno appena finito la fermentazione alcolica le basi spumante di Grillo, Nerello mascalese vinificato in bianco (colore ottenuto grazie al trattamento con ossigeno in pre-fermentazione) e Nerello mascalese vinificato in rosato e già fanno pensare a prodotti di buon livello come lo spumante rosato extra dry (Nerello mascalese) proposto all’assaggio insieme ai dolcetti tipici del luogo.

Della vendemmia 2020 Giacomo Ansaldi ha proposto all’assaggio anche il Grillo e il Catarratto per i bianchi e il Nero d’Avola e il Syrah tra i rossi. Prodotti acerbi, ovviamente, proposti in un percorso degustativo a chi il vino lo degusta oltre che per piacere anche per mestiere, allo scopo di dimostrare che i buoni vini, sia bianchi che rossi, traggono origine da uve sane e processi enologici trasparenti dove non è la chimica ad agire, ma la fisica. Così mostra le linee di lavorazione – quattro per non dovere ritardare o anticipare la vendemmia delle diverse varietà rispetto al loro giusto punto di maturazione – in cui la prima lavorazione delle uve avviene con diversa energia: maggiore nelle tradizionali diraspatrici, più delicata per le macchine che staccano l’acino dal raspo senza romperlo. Tecnologie sofisticate, dunque, adottate per la produzione vini di gamma top.

E a proposito di prodotti al top, dopo avere apprezzato i bianchi Doc Erice Aegades Grillo 2019, Calebianche Catarratto 2019 il Muller Thurgau 2018 e i rossi Doc Erice Torre Dei Venti Nero d’Avola 2018, Luce D’Oriente Syrah 2017, l’icona Pietra Sacra Riserva 2013 (Nero d’Avola), una chicca: il Pietra Sacra 2000. Un vino – quello del 2000 era fatto a partire da Cabernet Sauvignon e non Nero d’Avola come nelle annate più recenti – di cui rimangono solo poche bottiglie magnum riservate ad occasioni particolari. Una rarità che all’assaggio dà il senso dell’affinamento ben riuscito di un vino che potrebbe continuare a riposare ancora in bottiglia.

La produzione della casa vinicola Fazio di contrada Fulgatore è davvero varia e in continua evoluzione. «Ma sempre con l’attenzione rivolta a rafforzare il legame profondo che ci ad un territorio vitivinicolo così importante e storico per la provincia di Trapani», sottolinea Lilly Ferro Fazio, produttrice e manager del marchio vitivinicolo siciliano. «Il forte il senso di appartenenza che unisce Fazio alla Doc Erice – continua Lilly Ferro Fazio – rappresenta per noi un motivo di grande orgoglio, un valore aggiunto che ci permette di guardare al futuro con sempre maggiore fiducia e serenità. Il percorso di rinnovamento in cui oggi l’azienda è impegnata, interviene su più livelli: dai vigneti più longevi – costruito fortemente sul concetto di recupero – ma anche in cantina, nella costante voglia di sperimentazione e miglioramento centrato sul rapporto vitigno/terroir».

Lilly Ferro Fazio, socio ed export manager della casa vinicola Fazio

Il riferimento della responsabile export della casa vinicola di Fulgatore è ai nuovi impianti che verranno realizzati con le varietà reliquia da poco autorizzate dalla Regione Sicilia. La Lucignola, dopo le prove di coltivazione e di vinificazione, sarà presto coltivata negli impianti da realizzare nel fondo agricolo da poco acquistato (sempre e solo ad Erice) per ampliare l’azienda. Qui insiste anche un vecchio fabbricato rurale da recuperare in cui potrebbe essere realizzata la nuova cantina. «Con la Lucignola – anticipa Ansaldi – contiamo di fare un vino che si abbini bene col pesce. Sarà l’omologo occidentale del Frappato, che com’è noto, è più adatto alla Sicilia Sud-orientale».

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