Il Bianco e Il Rosso di Ludovico, gli ultimi nati di Tenute Orestiadi

Compiono 40 anni le Orestiadi di Gibellina. La manifestazione di arti visive e performative voluta dall’indimenticato Ludovico Corrao che per oltre 25 anni è stato sindaco della cittadina trapanese oltre che senatore della repubblica per diverse legislature, è stata presentata nella serata di ieri, 28 giugno, a Palermo nel cortile di Palazzo Sant’Elia dall’art Director Alfio Scuderi.

L’occasione dell’anniversario è stata scelta da Cantine Ermes per dare vita ad una masterclass, dedicata a stampa di settore ed esperti del vino, di presentazione delle nuove annate non ancora in commercio dei due cru di Tenute Orestiadi, “Il Bianco di Ludovico” 2018 e “Il Rosso di Ludovico” 2016. A questi due nuovi vini pronti per essere commercializzati è stato aggiunto l’assaggio del primo spumante Metodo Classico (futuro 32 mesi) che ha affinato fin oggi solo 24 mesi sui lieviti. È derivato da uve Carricante provenienti dai vigneti della zona di Gibellina vecchia, proprio pochi metri sopra il “Cretto” di Alberto Burri. A condurre la masterclass Luigi Salvo, esperto wine comunicator, sommelier e delegato Ais per la provincia di Palermo. Con lui Giovanni Manzo, l’enologo di Tenute Orestiadi.

Vediamoli uno per uno i tre vini proposti in degustazione alla stampa di settore e ai numerosi sommelier presenti a Palazzo Sant’Elia e abilmente descritti dai due relatori.

La prima proposta è stata il Metodo Classico Brut 2018. Non è ancora in commercio e non lo sarà per almeno altri 8 mesi. Il percorso di “costruzione” di questo spumante è, infatti, più lungo: sui lieviti deve stare 32 mesi, ha spiegato l’enologo Giovanni Manzo. Lo spumante in questione è realizzato con uve di Carricante (vitigno tipico per la verità dell’Etna) coltivato in altitudine sulle colline di Gibellina. Luigi Salvo lo ha descritto così: “Perlage intenso, fine e persistente, mostra colore paglierino luminosissimo. Il naso è freschissimo con nette sensazioni di crosta di pane, floreali di acacia, fruttate di pera e pesca bianca, agrumi ed erbe aromatiche. In bocca la spina acidica è ben presente, il suo lungo finale è caratterizzato da ritorni minerali”.
Dopo lo spumante ancora “acerbo”, i due vini che Tenute Orestiadi hanno dedicato al senatore Corrao, due riserve che sono destinate, se ben conservate, a migliorarsi negli anni. Entrambe in etichetta portano un cappello a larghe falde, l’accessorio da cui il senatore Corrao non si separava mai.

Il Bianco di Ludovico riserva 2018 è composto al 90% da Catarratto. La restante parte è costituita da Chardonnay. Le vigne si trovano proprio a Gibellina vecchia, vicino al cretto di Burri, ad oltre 600 metri sul livello del mare, e godono di ampie escursioni termiche che tra giorno e notte possono raggiungere anche 15 gradi centigradi.
Dopo la vendemmia manuale si compie una criomacerazione a 4 gradi per 4 ore, si procede con la pressatura soffice a cui segue una fermentazione nata da lieviti spontanei, che dura 20 giorni a temperatura controllata. Solo a questo punto Cataratto e Chardonnay si incontrano, seguono 6 mesi di affinamento sui lieviti con due bâtonnage a settimana. Per i successivi 6 mesi metà del vino affina in tonneaux di rovere francese, metà in acciaio. 

Questa la descrizione del sommelier Salvo: “Nel bicchiere ha luminoso colore paglierino, sfodera un naso ricco di fiori di tiglio e gelsomino, sensazioni fruttate fresche di mela, pera, susina, note di erbe mediterranee e agrumate, accenni di pietra focaia. Sorso fresco e pieno, di calibrata sapidità e lunga persistenza aromatica intensa”.

Dalla vendemmia 2016 trae origine il primo Rosso di Ludovico. Nasce dal Nero d’Avola, vitigno principe siciliano, che ne costituisce il 90% e dall’internazionale Cabernet Sauvignon per il 10%. Entrambi i vitigni vengono allevati a 600 mt di altitudine su terra nera franco-argillosa a Nord-Est della vecchia Gibellina, una zona nel quale il vento crea un microclima ideale che genera elevate differenze di temperature tra il giorno e la notte ed evita il manifestarsi di malattie fungine.
Il vino affina per 4-6 mesi in acciaio e successivamente per 16-18 mesi in barrique di rovere francese. Completa l’affinamento in bottiglia per circa 12 mesi.

Luigi Salvo lo ha descritto così: “Nel calice ha colore rubino concentrato con riflessi porpora, effonde sensazioni di rosa rossa, mirtilli, more, gelsi neri e spezie, deliziosi sentori di liquirizia, tabacco ed erbe aromatiche. L’assaggio è ricco di frutta, cioccolato e nel lungo e fresco finale di note balsamiche”.

Nella seconda parte della serata, musica e tapas. Il tutto accompagnato dai vini dell’Etna realizzati nella tenuta “La Gelsomina”, una bellissima azienda vitivinicola sul versante Nord-Est del vulcano con cui nel 2018 Tenute Orestiadi ha iniziato una interessante e stimolante collaborazione a tutto tondo.

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