Il sommacco siciliano, pianta dalle sorprendenti proprietà

sommacco Rhus coriaria

(di Manuela Zanni) Passeggiando per le campagne siciliane è facile imbattersi nel sommacco, una pianta dalle foglie pelose e morbide al tatto, caratterizzata da fiori a forma di spiga di colore rosso-bruno intenso, spesso considerata infestante e fastidiosa. In realtà si tratta di una pianta ricca di proprietà benefiche per il nostro organismo.

L’etimologia del nome deriva dall’arabo summāq che trae origine a sua volta dal termine summāqia, il nome di un piatto molto ricco di origine islamica. Anticamente dalla corteccia e dalle foglie del sommacco si estraevano i tannini impiegati in tintoria e nel processo di concia delle pelli.

Il sommacco, inoltre, veniva adoperato per la realizzazione di un colorante naturale, ma ciò che è veramente degno di nota è il suo utilizzo alimentare e il suo forte potere antiossidante che lo pone in cima alla classifica degli alimenti più antiossidanti conosciuti nel mondo.

Sembra che delle tante serie di sommacco esistenti, quella più ricca di sostanze benefiche sia proprio quella siciliana, ovvero la Rhus coriaria appartenente alla famiglia delle Anacardiaceae.

Questa specie è nativa del Mediterraneo e cresce soprattutto in Sicilia, mentre le altre provengono dall’Asia e dall’Arabia. L’altra specie più diffusa è quella nordamericana Rhus aromatica. In totale sono oltre duecentocinquanta le specie di sommacco conosciute e alcune di queste sono velenose.

Si tratta di un arbusto sempreverde che può anche superare i 2 metri di altezza, ha foglie composte, imparipennate e fiori di colore verde-giallo riuniti in pannocchie. I suoi frutti, drupe bruno rosso scuro che si raccolgono in estate, hanno il profumo e il sapore simile al limone anche se più aspro, piccante e pungente.

Dai frutti raccolti in estate ed essiccati si ricava appunto il sommacco o sumac che è l’omonima spezia reperibile sia in grani che macinata. Attenzione al consumo: i frutti, carnosi, succosi, fibrosi,  di colore rosso-bruno sono velenosi, se consumati freschi e crudi.

L’elevata presenza di tannini, acidi fenolici, antociani, derivati di acido gallico, glicosidi flavonoidi e acidi organici conferiscono a questa pianta molteplici proprietà farmacologiche, tra queste l’antibatterica, la ipoglicemizzante e la antiossidante solo per citarne alcune.

Questa spezia dal sapore acre e pungente trova largo impiego nella cucina araba e mediorientale. In Turchia viene aggiunto all’hummus, a piatti a base di pesce e carne e verdure e anche nella preparazione di qualche bibita.

I frutti possono essere usati anche freschi: vengono spezzati e tenuti in ammollo in acqua per circa un quarto d’ora, quindi si estrae il succo che accompagnerà le verdure, oppure vengono cotti in acqua per creare una sorta di salsa molto densa che si usa sempre per condire le verdure, legumi o carni. In questo caso bisogna stare molto attenti: esistono diverse specie e alcune sono velenose perciò usate solo a scopo ornamentale.

Di seguito vi proponiamo la ricetta di una zuppa in cui ben si presta l’uso di questa spezie dalle tante proprietà benefiche.

Zuppa al sommacco

Ingredienti per 4 persone

Un mazzo di bietole
2 carote
una cipolla
un porro
una melanzana (se di stagione)
sommacco in polvere, cumino, zenzero, cannella
noci sgusciate
olio extravergine d’oliva
sale e pepe q.b.

Rosolate in una padella la cipolla con olio e tutte le spezie macinate. Quindi unite il porro e le carote dopo averli puliti e tagliati a rondelle, la melanzana dopo averla tagliata a dadini e privata della buccia, le bietole e fate cuocere con acqua. Appena la zuppa sarà ben cotta versatela calda nei piatti e conditela con le noci tritate grossolanamente e un filo d’olio a crudo. Accompagnate con crostini di pane tostato.

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