Panelle e cazzilli, ghiotta ricompensa dopo l’acchianata

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(di Manuela Zanni) Le panelle, sottili e croccanti fazzoletti dorati di farina di ceci fritti e i “cazzilli”, morbide e gustose crocchette di patate – così chiamate la loro forma fallica – sono i protagonisti dello street food palermitano e fanno capolino, ammiccando dalle vetrine, dalle friggitorie poste ad ogni angolo di Palermo.

Non esiste un periodo dell’anno in cui il palermitano non mangi panelle e crocchè. Dall’estate all’inverno, ogni stagione è buona, anzi ottima, per concedersi questo irrinunciabile peccato di gola. Il succo di limone spremuto direttamente sulle dorate fritturine, ha quasi il potere catartico di alleggerire il senso di colpa per aver mangiato un pasto che, di certo, non è consigliato nelle diete.

Ci sono dei periodi in cui è necessario ricorrere a questo cibo da strada per la sopravvivenza del palermitano. Oltre al 13 dicembre, ovvero Santa Lucia, anche l’acchianata al Santuario di Santa Rosalia, che si compie, ogni anno, nella notte tra il 3 e il 4 settembre, è un momento in cui panelle e cazzilli, degnamente accompagnate da una morbida pagnotta di pane ricoperto di cimino (sesamo), rappresentano l’ambìto premio di tutti coloro che giungono in cima al santuario per andare a rendere omaggio alla Santuzza.

Di seguito vi proponiamo la semplice ricetta per preparare le gustose panelle.

Panelle palermitane

Ingredienti

500 gr di farina di ceci
1,5 lt di acqua
sale, pepe, prezzemolo, limone q.b.

Fate sciogliere la farina a freddo nell’acqua. Appena sarà sciolta, cuocete a fuoco moderato, unite il prezzemolo tritato e girate fino a che il composto si sia solidificato. Versate tutto il composto su una superficie  liscia e umida (preferibilmente di marmo), lasciate raffreddare e solidificare per bene. Appena il composto è freddo e solido, tagliate a fette quadrate o triangolari di medio spessore e  friggetele in abbondante olio bollente. Servite ben calde  condite con sale, pepe e limone e all’interno pagnottine con il cimino (sesamo) in superficie.

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