Immacolata Concezione e murtidda, una devozione “mitologica”

Sono noti a tutti le tradizioni legate alla festa dell’Immacolata Concezione. Ma ce n’è una in particolare, le cui origini sono sconosciute e che lega la Madonna alla murtidda.

Il mirto è una specie spontanea diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo. Al mirto sono attribuite proprietà astringenti, antinfiammatorie, rinfrenscanti, balsamiche, disinfettanti e stimolanti. I frutti e le foglie vengono usati in cucina per preparare liquori, marmellate, per aromatizzare carni grasse e selvaggina.

Il mirto è conosciuto fin dall’epoca dagli antichi Greci. Secondo il mito, infatti, il nome “myrtos” derivi da “Myrsìne”, una fanciulla greca che fu uccisa da un giovane che battè in una gara ginnica. Mossa da compassione, la dea Atena trasformò la fanciulla in un arbusto di mirto. Secondo un altro mito, la dea Afrodite, dopo la scelta di Paride, si cinse con una corona di mirto. Per i romani, invece, era pianta sacra a Venere, all’amore e afrodisiaca. Il mirto, nel corso dei secoli, è stato usato per incoronare poeti, guerrieri trionfanti, adornare banchetti ed edicole votive dei santi.

In Sicilia la murtidda (così viene chiamato il mirto/mortella) viene usato per adornare gli altarini dei santi, da qui il detto: Cci voli murtidda pr’apparari li santi!/Ogni festa havi la so murtidda.

In provincia di Agrigento, nei centri di Villafranca Sicula, Burgio e Lucca Sicula, sono devoti alla Madonna del Mirto. Secondo la leggenda, un frate stava trasportando da un paese all’altro due quadri raffiguranti la Madonna. Giunto a destinazione si accorse che ne mancava uno. Ripercorse la strada fatta e lo trovò tra i cespugli di mirto. Quando ritornò in paese si accorse di nuovo che il quadro mancava, ritornò tra i cespugli di mirto e il quadro era di nuovo lì. I cittadini dei tre paesi capirono che la Madonna aveva lanciato loro un messaggio: quello era il luogo dove costruire una chiesa in suo onore.

Durante il periodo natalizio, la murtidda si usa per adornare il presepe. Anche se il periodo di fioritura è principalmente estivo, non era raro trovare a Palermo la prima murtidda durante la festa dell’Immacolata Concezione e i venditori attiravano i clienti al grido di: “Pi divuzioni si mancia ‘a murtidda!”. Per questo, forse,la pianta è diventata sacra alla Madonna.

Liquore al mirto

Ingredienti

1 l di alcol
1 l di acqua
500 g di bacche di mirto
500 g di zucchero

In un barattolo di vetro con la chiusura ermetica, mettete le bacche insieme all’alcol e lasciate in infusione chiuso per 45-50 giorni. Trascorso il tempo, scolate le bacche e schiacciatele per estrarne il succo. In una pentola fate sciogliere lo zucchero nell’acqua, fate cuocere a fiamma media per circa 5-10 minuti. Lasciate raffreddare e unite lo sciroppo al succo del mirto precedentemente colato. Infine imbottigliate.

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