Perricone e Carricante, le due nuove scommesse dei giovani Todaro

Dai terreni del Feotto escono sempre pietre, dice la gente del luogo. E questo nonostante la spietratura venga effettuata ogni anno. Sarà pure un difetto per chi deve coltivare un terreno così aspro e difficile, ma di sicuro tutte queste pietre (scheletro in gergo tecnico) nel terreno, insieme alla buona dose di argilla che trattiene l’acqua per renderla disponibile in primavera, contribuiscono alla riuscita di vini di carattere, ricchi e longevi.

I terreni di Contrada Feotto dello Iato dove nascono i vini biologici della famiglia Todaro ricordano quelle del Graves a Sud di Bordeaux: drenaggio perfetto e terreno che svolge una funzione autoregolatrice della temperatura e dell’umidità.

Per la riuscita dei loro vini i Todaro possono contare anche su altre caratteristiche che contribuiscono ad un terroir di pregio: l’altitudine compresa tra i 450 e i 650 metri sul livello del mare, le temperature fresche (gli inverni sono freddi con presenza di neve, l’ottima ventilazione associata ad escursioni termiche nel periodo che precede la vendemmia

Le scommesse dei giovani Todaro

L’azienda Todaro inizia a produrre i suoi vini nel 2011. Giuseppe (nella foto in evidenza con il fratello Adraino) allora ventiduenne e con l’entusiasmo alle stelle, potè contare sul fratello più giovane Adriano, su collaboratori coetanei e sui consigli esperti di papà Calogero.

L’avventura ebbe inizio confermando la scelta del biologico adottata già nel 2004 per la coltivazione delle vigne e scegliendo per i vini quella dell’artigianalità: gran parte delle operazioni sia nei campi che in cantina vengono fatte a mano.

Nei 25 ettari complessivi di contrada Feotto nel comune di San Giuseppe Jato e contrada Zabbia nel comune di Monreale, un misto di vitigni tra autoctoni e internazionali: Grillo, Nero d’Avola, Perricone, Carricante, Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Petit Verdot.

I giovani Todaro, una volta acquisita un discreta solidità aziendale, hanno deciso ora di scommettere su due vitigni poco frequenti nella loro zona: il Carricante e il Perricone. Il primo, molto diffuso nella Sicilia orientale, è la varietà su cui si basano i bianchi dell’Etna. Il secondo, benché tipico della Sicilia occidentale, oggi è ancora considerato una sorta di reliqua. Il Perricone, infatti, un tempo esteso per ben 34 mila ettari, ora è coltivato su 300 ettari circa, appena lo 0,3% del totale regionale.

Oggi su questo vitigno alcuni vignaioli hanno deciso di giocare una importante scommessa: portare il Perricone all’attenzione del pubblico, con impegno nella valorizzazione dei terroir che lo ospitano, per scongiurare l’estinzione di un vitigno straordinario che rappresenta l’identità vera di questo angolo di Sicilia. 

I nuovi vini dell’azienda Todaro

L’azienda Todaro la scommessa la sta giocando in una maniera decisamente personale. Il Perricone viene vinificato dopo una leggera essiccazione dei grappoli sulla pianta, facendo fermentare il mosto “all’antica” in mastelli all’aperto. In più quest’anno, stimolato dal favorevole e positivo andamento climatico e animato sempre più dall’idea di imperniare maggiormente il suo focus aziendale attorno al vitigno del Perricone, Giuseppe Todaro ha deciso di cimentarsi per la prima volta con la produzione di un rosato ancestrale ottenuto da una leggera spremitura delle uve.

Nuovo nato in casa Todaro anche il primo Carricante in bottiglia in purezza in Sicilia occidentale. Questo vitigno, già è presente da altri areali siciliani in blend in bottiglia, gode nella Valle dello Jato a 550 mt di altitudine di un suolo fertile, permeabile e fresco. Il vino sta sei mesi sulle fecce fini e esprime caratteristiche varietali di sicuro interesse.

La vendemmia 2020

«L’ultima vendemmia – dice il patron della cantina, Giuseppe Todaro – ci ha regalato davvero ottime soddisfazioni. Grazie all’estate mediamente calda e alla quasi totale assenza di piogge, precipitate fortunatamente solo nei momenti di massimo fabbisogno idrico, ci aspettiamo di ottenere vini che si già si preannunciano davvero molto interessanti. Le alte temperature, infatti, hanno accompagnato le uve a piena e completa maturazione, prevenendo l’insorgere di complicazioni fitosanitarie». 

Il meteo ha dunque aiutato i Todaro a mettere in pratica la filosofia aziendale. Spiega Todaro: «Cerchiamo di portare i vini rossi di alta fascia alla gradazione alcolica del 15% e ad una estrazione polifenolica molto importante. Sui bianchi le escursioni termiche tra il giorno e la notte hanno favorito lo sviluppo, oltre che di una rilevante componente acida, anche di una ricca complessità aromatica».

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