Con il prugnolo, drupa selvatica del bosco, un liquore che ricorda lo cherry

È uno dei primi alberi a fiorire in primavera. Già nel mese di marzo si riempie di piccoli fiori bianchi che compaiono prima delle foglie. In autunno, invece, è possibile raccoglierne i frutti, se uccelli e piccoli animali del bosco li hanno lasciati sui rami.

Il frutto è una drupa sferica dal diametro massimo di 15 mm di colore bluastro tendente al nero quando si avvicina alla piena maturazione che avviene in pieno autunno. Come quello del susino domestico, il frutto è ricoperto da una patina chiara: è la pruina, una cera vegetale. 

Il prugnolo selvatico (Prunus spinosa) lo ritroviamo ai margini dei boschi, dei campi incolti, in mezzo ai roveti, in luoghi sassosi. Quest’arbusto veniva utilizzato dai contadini per proteggere i confini dei terreni grazie al fatto che forma cespugli spinosi fitti e impenetrabili a un uomo o a un grosso animale. L’idea di usarlo per cingere i fondi agricoli o i terreni intorno alle case di campagna sarebbe da rivalutare, visti i continui attacchi di cinghiali, che in molte zone d’Italia mettono a rischio le coltivazioni.

Molte le proprietà fitoterapiche del prugnolo di cui vengono usati i fiori e i frutti maturi. Entrambi hanno proprietà lassative, diuretiche, depurative, corroboranti, antispastiche.

Con i fiori raccolti in giorni asciutti dalla fine di marzo, fatti essiccare in un luogo all’ombra, si prepara un’ottima tisana depurativa, con funzione drenante. I frutti freschi si raccolgono in pieno autunno quando perdono il sentore acidulo. Sono ottimi lassativi, ma si possono anche essiccare utilizzando un essiccatore domestico. Il succo fresco di prugnolo selvatico può essere anche utilizzato come antisettico del cavo orale: è un valido colluttorio che apporta immediato sollievo in caso di piccole infiammazioni.

Cosa si può fare in cucina con fiori e frutti del prugnolo? Il fiore è commestibile: bagnato in acqua e zucchero è un delizioso break primaverile. Quando invece il fiore è secco può essere utilizzato come spezia nella preparazioni di dolci.

Con le bacche essiccate o tal quali si possono preparare ottimi liquori o sciroppi dolci. Con il frutto fresco, infine, si possono preparare marmellate e confetture. Noi abbiamo già provato con successo la preparazione di un gradevole liquore e ve ne proponiamo la ricetta.

Liquore al prugnolo

  • 1 kg di prugnoli
  • 1 litro di alcool puro
  • 1/2 litro di acqua
  • 400 gr di zucchero

Lavare i prugnoli e farli asciugare. Metteteli in infusione nell’alcool per almeno 40 giorni. Passato il tempo di infusione preparate lo sciroppo sciogliendo lo zucchero nell’acqua. Potete farlo a freddo, ma è più veloce la tecnica in cui si scalda l’acqua. In questo caso bisogna poi aspettare che lo sciroppo torni a temperatura ambiente.

Appena lo sciroppo si fredda potete mescolarlo con l’infusione alcolica e i prugnoli. Quindi filtrate e mettete in un recipiente a riposare per 4 giorni, dopodiché filtrate ancora una volta e passate all’imbottigliamento. Otterrete così un liquore che ricorda lo cherry e che è consigliabile servire ben freddo dopo averlo tenuto nel freezer.

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