La zucca virmiciddara di Monreale tra i Pat riconosciuti dal Mipaaf

zucca virmiciddara

Salgono a quattro i Prodotti Agroalimentari Tradizionali emblematici del territorio di Monreale.

La cittadina normanna, oltre ai famosi “Biscotti di Monreale”, al “Pane di Monreale” e al “Susino Sanacore” tra i propri prodotti tipici tutelati dal Ministero per le Politiche Agricole e Agroalimentari può annoverare adesso anche la Zucca Virmiciddara che è stata aggiunta nell’ultima revisione dell’elenco Pat redatto dal Mipaaf su proposta dell’azienda agricola “Verdi Colline”.

Per valorizzare e far conoscere alla cittadinanza questo singolare prodotto, l’azienda agricola Verdi Colline, con il patrocinio del Comune di Monreale, e la collaborazione della Gastronomia Armetta, ha organizzato per giorno 26 maggio 2018 alle ore 16 presso l’Aula Consiliare del Comune di Monreale, il meeting culturale “Alla riscoperta dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Conca d’Oro” durante il quale verrà presentata ufficialmente alla cittadinanza la “zucca virmiciddara” come nuovo Prodotto Agroalimentare Tradizionale.

Le zucche virmiciddare sono piccole e dalla forma ovoidale e possono raggiungere il peso di 3-4 kg. La buccia è verde scuro, ma presenta diverse macchie bianche ovali disposte su striature orizzontali che conferiscono un aspetto caratteristico. L’interno è bianco e non presenta cavità. Il sapore risulta dolce e delicato e questo dona una notevole versatilità in ambito culinario, prestandosi sia per usi di gastronomia che di pasticceria.

Ma perché si chiamano “vemiciddare”? Il termine “cucuzza virmiciddara” nel 1838 venne inserito nel “nuovo dizionario siciliano-italiano” e venne così definito: “…varietà molto simile nello esterno ai poponi, ma un poco allungata, ed ovale, se non che ha la corteccia marmorizzata, è molto buona a mangiare, ed è così detta dallo sciogliersi la sua polpa, quando è cotta, in tanti fili simili ai vermicelli”. Un tipo simile di zucca con origini sudamericana viene coltivata e consumata in Messico e nella vicina California. Lì la chiamano”spaghetti squash” proprio per l’aspetto che la polpa assume dopo la cottura.

L’origine della zucca virmiciddara è ignota, ma la sua diffusione è da attribuirsi alle monache benedettine del Convento di San Castrense di Monreale che ne facevano uso già dal tardo XV secolo. Presto la coltivazione si estese alle campagne circostanti dell’arcidiocesi, diventando quindi un elemento caratteristico delle campagne di Monreale e Altofonte. Le monache benedettine avevano sviluppato una versione delle paste monacali a base di zucca. Tali paste, dette anche biscotti oblunghi, richiamavano la forma della zucca e simbolicamente il ventre materno della Madonna. La zucca veniva utilizzata come ripieno fondamentale della pasta (confettura) e come decorazione finale (frutta candita).

Le zucche più tenere vengono usate per le ricette comuni a base di zucca: fritte, a cotoletta, con la pasta, a “tutto dentro”, a “sfincionello” e così via mentre le zucche più dure si prestano anche alla trasformazione in confettura che nel monrealese viene chiamata “zuccata” o “cucuzzata” o trasformate in zucche candite.

L’azienda Verdi Colline ha inoltre segnalato la zucca virmiciddara per l’Arca del Gusto, progetto della Fondazione Slow Food per la Biodiversità. Slow Food, tramite il progetto presidi, ad oggi tutela già le “Susine Bianche di Monreale”, presidio che valorizza e sostiene le varietà Susine Sanacore e Susine Ariddicore, tipiche delle campagne monrealesi.

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