Tenute Rosselli si racconta al Kantuccio di Porticello

Tenute Rosselli

(di Redazione) Un “cammino” dal passo mutevole alla scoperta di un’azienda e del suo percorso di rinascita. Lo seguirà il pubblico di enoappassionati e stampa di settore durante la presentazione del progetto delle Tenute Rosselli che è stata organizzata per mercoledì 19 dicembre al Kantuccio, osteria gourmet affacciata sul porticciolo di Santa Flavia.

La serata sarà dedicata a degustare le etichette della cantina Tenute Rosselli abbinate ad alcune tipicità del ristorantino di proprietà dell’azienda vitivinicola.

La cantina Tenute Rosselli nasce nel 2013 come azienda agricola specializzata nella produzione di finissimo olio extravergine di oliva. La passione per i frutti della terra, unita a quella per la cucina di Gregorio Rosselli, imprenditore giovane ed intraprendente, lo ha condotto a diversificare l’attività agricola nei terreni di famiglia della Valle del Belìce e ad orientarla verso la produzione di vini di qualità. Un progetto, quello delle Tenute Rosselli, che coinvolge perché ha un fil rouge assolutamente centrato e pertinente. Partendo da un evento negativo, il sisma che, nella notte fra il 14 e il 15 gennaio del 1968 si abbattè come un flagello sulla splendida Valle del Belìce, l’azienda manifesta la voglia di rinascere e riprendere il cammino. A volte lentamente – tampasiando e araciu, usando termini mutuati dal dialetto siciliano – altre volte accelerando il passo con esortazioni come “amunì”, “camina” e “curri”, proprio come accade nei diversi momenti della vita.

Nascono così, due linee che sono la perfetta sintesi di questa duplice anima del progetto, commemorativa del passato e aperta al futuro. La linea 6punto4, infatti, trae il proprio nome dalla magnitudo del terremoto del ’68 che distrusse gran parte della Valle del Belice e, soprattutto, segnò l’animo degli abitanti e di tutti coloro che vissero quel dramma. I vini di questa linea costituiti da un bianco da Catarratto e un rosso da Merlot, rappresentano, quindi, un inno alla vita e alla forza che ci rimette in piedi, nonostante le avversità, impedendoci di rimanerne schiacciati. Si tratta di vini dal sapore intenso e robusto particolarmente evocativi che rappresentano concetti tanto opposti quanto complementari come la vita e la morte, la stasi e il movimento, la calma e il caos.

La seconda linea è concettualmente legata alla prima e ne rappresenta l’evoluzione e la “rigenerazione”. È ispirata al concetto di movimento, riletto secondo il dialetto siciliano: Tampasìa, Araciu, Camìna, Amunì e Curri sono le altre cinque etichette, quattro bianchi, da Inzolia, Grillo, Chardonnay e Viogner e un rosso da Nero d’Avola, ciascuno dei quali dalla grande personalità e struttura, fortemente identitari come la terra e il sole che hanno fatto maturare le uve da cui provengono. La particolarità di questa linea consiste nel fatto che i nomi di ciascun vino sono voci verbali o avverbi del dialetto siciliano che indicano il modo tutto siculo di interpretare il tempo e le azioni legate alla dinamicità dei corpi. Anche il progetto grafico ha in sé tutti gli elementi che rappresentano la Sicilia, dal mare al sole e le montagne, dal fico d’india ai pesci, tutto parla di un’azienda che, partendo dalla propria adorata terra, ha la voglia di raccontarla al mondo intero con cui comunica usando termini del proprio dialetto.

Ecco, di seguito, il menù della serata che si svolgerà il 19 dicembre presso il ristorante il Kantuccio a Porticello con le etichette in abbinamento.

Menù

Crocchette di latte, panelle e crocchè – Araciu Grillo 2017

Crocchette di pesce e patate – Tampasia Inzolia 2017

Arancinette di mare – Amunì Viogner 2017 

Involtini di pesce spada – Camìna Chardonnay 2017 

Primosale al forno, focaccine con ricottaCùrri Nero d’Avola 2016

Caponata di pesce spada, “margheritine” di gusti misti – 6Punto4 Merlot 2016

Sfincette di Natale – Cannellino della casa

Costo a persona 20 euro – per info e prenotazioni 091/957316

 

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