Ecco Solea, l’extravergine nato dall’utilizzo “ibrido” del terreno agricolo

Tra gli agricoltori è consuetudine mettere a dimora le piante di olivo per i nipoti. Enrico Spadola nell’agro di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, li ha piantati perchè gli è stato imposto dalle norme ambientali, quando anni fa decise di realizzare un campo fotovoltaico. Oggi il progetto non sarebbe più realizzabile: da anni, infatti sui terreni agricoli non possono essere posati pannelli fotovoltaici a meno che non vengano fissati sui tetti dei fabbricati rurali.

A poco a poco da quegli ulivi piantati sul perimetro della fattoria solare non per scelta ma “per forza” perchè funzionassero da schermo visivo e mitigassero l’impatto ambientale, per l’imprenditore ragusano Enrico Spadola produce Solea, l’olio extra vergine nato dall’utilizzo “ibrido” dei terreni. 

Sul perimetro dell’impianto fotovoltaico sono state messe a dimora seicento piante di Tonda Iblea, Moresca, Biancolilla e Verdese, che già nel 2012 sono andate in produzione, fornendo un olio dalle ottime caratteristiche qualitative. Ecco, dunque, che l’imprenditore del fotovoltaico ha deciso di curare gli olivi per produrre in maniera “professionale” un olio di alta qualità, autentico, da piante a che non subiscono alcun trattamento, ma solo potature e irrigazioni “d’emergenza” in caso di deficit idrico. 

Anche le fasi della molitura e della conservazione sono state curate attentamente per raggiungere lo scopo. Le olive, infatti, entro dodici ore dalla raccolta effettuata rigorosamente a mano, vengono molite in un frantoio di Ragusa che utilizza il metodo di spremitura a freddo a due fasi, un processo che contribuisce a preservare tutte le caratteristiche organolettiche dell’olio. Per evitare ossidazioni, l’olio viene poi stoccato in appositi contenitori di acciaio inox sotto azoto, posti in locali a temperatura controllata. 

Nei primi anni è stata fatta una esperimento di vendita a privati, ospiti delle case vacanze che Enrico possiede a Marina di Ragusa. L’olio d’oliva extravergine in questo caso è stato etichettato con lo stesso nome dell’attività. 

Durante lo scorso inverno, invece, Spadaro ha deciso di chiamare il suo olio “Solea“, crasi dei due sostantivi “Sole” – in riferimento ai pannelli fotovoltaici alimentati dal sole da cui tutto è partito – e “Olea“, nome latino del genere botanico a cui appartiene la pianta dell’olivo.

Il nuovo olio, frutto della raccolta di quest’anno effettuata negli ultimi giorni di settembre, sarà imbottigliato con il nuovo marchio Solea, per essere proposto alla ristorazione e botteghe di nicchia

Enrico Spadola, adesso che ha cominciato ad apprezzare il buon olio d’oliva extravergine, prevede di piantumare altri olivi. Questa volta lo farà in maniera più razionale, separandoli per varietà. Così in futuro potrà produrre anche oli monovarietali.

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