Torna a Floresta Ottobrando, quattro sagre per quattro fine settimana

Ottobrando Floresta

(di Redazione) Ottobrando torna a Floresta, il piccolo centro agricolo in provincia di Messina posto sui Nebrodi a oltre mille e duecento metri di altezza che deve la sua fama ad un caratteristico prodotto caseario la “provola” dalla classica forma a pera.

ottobrandoLa manifestazione dedicata ai prodotti tipici dei Nebrodi, mette in fila quattro sagre dedicate di volta in volta a un diverso prodotto tipico locale con degustazioni, animazione, musica e stand. 

Organizzata dall’amministrazione del piccolo centro montano (poco meno di 500 abitanti) che con i suoi 1275 metri sul livello del mare è il più alto della Sicilia, è arrivata alla quattordicesima edizione, e durante i quattro weekend di ottobre prevede una serie di iniziative all’insegna del buon cibo.

Nel centro storico cittadino sarà allestito un percorso espositivo con prodotti tipici, artigianato, manufatti artistici, angolo giochi per bambini, mercatino del collezionismo e delle curiosità, oltre ad animazione e show.

Si comincia domenica 7 ottobre con la Sagra dei “fasola a crucchittu”. Poi si prosegue sabato 13 e domenica 14 con la Sagra del suino nero dei Nebrodi, domenica 21 con la Sagra dei funghi e, infine, sabato 27 e domenica 28 con la Sagra della provola. Nel corso delle quattro kermesse, inoltre, sono in programma convegni sullo sviluppo rurale e sulle potenzialità del territorio. 

Ottobrando ogni anno porta in totale circa 60 mila visitatori distribuiti durante tutti i weekend del mese che per un piccolo centro come Floresta rappresentano un grosso impatto sull’economia locale e di tutto il territorio: i circa 100 posti letto di Floresta si riempiono così come quelli dei comuni vicini e notevole è il volume economico creato per gli oltre cento produttori che mettono in mostra e vendita i propri prodotti durante le quattro sagre. Su tutti spiccano le mele, la Provola dei Nebrodi Dop e i prodotti della norcineria a base di suino nero dei Nebrodi.

«Il cibo – afferma il sindaco di Floresta, Antonino Cappadonnapuò esser considerato vero e proprio ambasciatore della cultura materiale di un luogo e, grazie al contenuto simbolico, artistico-manuale e alla ritualità e storia che esprime, può svolgere un ruolo significativo nella trasmissione della cultura del territorio e nella sua valorizzazione».

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