La cucina per il sociale. A Modica il recupero della disabilità tra pentole e fornelli

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(di Redazione) “U manciari scurdatu”: le antiche ricette della tradizione siciliana, i piatti preparati dai nostri nonni, che nessuno ricorda più. Il recupero degli antichi sapori e delle usanze ad essi collegate, i proverbi, le storie, gli aneddoti mezzo per restituire autonomia ai disabili psichici.

C’è tutto questo nel progetto di cucina per il sociale avviato nelle comunità alloggio “Beautiful Days” a Modica e realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale. Il progetto è stato curato da Laura Pisana, responsabile delle comunità “Beautiful Days”, “Girasole” e “Tulipano,” e dalla sociologa Alessandra Barone, del Dipartimento di salute mentale. Gli ospiti delle comunità ed i pazienti del centro diurno del Dipartimento di salute mentale hanno iniziato un progetto che culmina nella realizzazione dei piatti e dei cibi, all’interno dell’”Osteria dei Sapori Perduti” di Modica.

«Le idee da cui si parte – spiega Laura Pisana – sono il cibo e la memoria. Il progetto punta al recupero delle antiche ricette: gli ingredienti necessari, i metodi di cottura, le storie ed i proverbi, i racconti dei ricordi personali. Il lavoro di ricerca permette di stimolare un’esperienza diversa da quella del quotidiano, di recuperare la piacevolezza dei ricordi, della convivialità familiare. Si lavora sulla “memoria” per ritrovare le competenze. Il progetto consente anche di interagire con la città, di “normalizzare” la vita di persone che, per vari motivi, hanno visto diminuire il loro grado di autonomia». «Il nostro obiettivo – aggiunge Alessandra Barone – non è solo la risocializzazione, l’integrazione ludica delle persone. La finalità è il recupero delle autonomie, delle competenze pregresse che la malattia mentale fa perdere. Un’azione semplice, come quella del cucinare, il farlo insieme, con professionalità, aiuta a riscoprirsi “capaci” di azioni che si pensava di non sapere più fare. Questo accresce la fiducia in se stessi e l’autostima; il ritrovarsi in un gruppo, inoltre, aiuta a creare relazioni sociali. Quest’esperienza ha permesso di avviare un percorso di recupero della relazionalità e della capacità di autonomia dei pazienti, con risultati interessanti».

Le antiche ricette sono state affidate a cuochi professionisti. Un primo incontro si è svolto nella Osteria dei Sapori Perduti, gestita dalla famiglia Muriana, a Modica, a maggio scorso. L’Osteria, situata nel cuore del centro storico di Modica, nei bassi di un palazzo nobiliare, è la location ideale per il progetto. Gli ospiti delle comunità alloggio si sono cimentati con la preparazione delle mpagnuccate e delle vastedde. Il secondo incontro si è svolto lo scorso 22 ottobre: questa volta hanno preparato le focacce ragusane e modicane, con la guida della chef Stefania Ferrante. A conclusione, il pranzo nel ristorante.

Le ricette recuperate dalla tradizione orale, rivisitate e sperimentate sul campo, confluiranno in una pubblicazione, una sorta di magazine. «La nostra Osteria – spiega Carmelo Murianapropone piatti tradizionali, eredità della cucina tipica che rende famosa Modica nel mondo. Abbiamo recuperato sapori dimenticati, intrisi di storia e tradizione. Quest’iniziativa viaggia nella stessa direzione e l’abbiamo accolta volentieri. Crediamo molto nei progetti di recupero e di inclusione sociale del Dipartimento di salute mentale e della Beautiful Days. Anche il nostro lavoro di ristoratori può e deve avere un ruolo sociale: in questo modo, cerchiamo di dare un contributo alla società ed alla nostra città».

Il prossimo incontro si svolgerà a metà novembre. Il progetto si concluderà nel periodo natalizio, con una cena finale preparata nelle cucine della Osteria.

 

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