Rita da Cascia, la santa delle rose, dei fichi e del miele

Rose, fichi e miele, sono tre elementi che rimandano nella mente dei fedeli a una santa particolare, cioè Santa Rita da Cascia. La santa delle rose e delle cause impossibili è celebrata il 22 maggio, giorno della sua morte avvenuta nel 1457.

In realtà, Santa Rita nacque a Roccaporena a solo 5 km da Cascia. Fin da bambina attorno a lei si verificarono fatti inspiegabili, a cui successivamente fu data un’origine miracolosa. Come appena nata, quando fu portata dai genitori nel campo dove lavoravano e adagiata vicino al fiume. Lì, un mietitore, recatosi per lavarsi una ferita, si accorse che attorno alla culla volava uno sciame di api. Nel timore che potessero pungere la bambina, alzò il braccio per scacciarle, ma si accorse che la sua ferita si era rimarginata. Uno sciame di api ricomparve, poi, il giorno della sua morte.

Margherita Lotti, il suo vero nome, fu una donna dal carattere mite, ma ferma nelle sue decisioni. Riuscì ad acquietare l’impulsività del marito e a perdonare i suoi assassini. Rimasta sola, dopo la morte dei figli, prese i voti presso il monastero di Santa Maria Maddalena da Cascia. Ormai anziana e malata, chiese come suo ultimo desiderio che le fossero portati una rosa e dei fichi dall’orto della sua casa natale. Era stato un inverno rigido e la cugina, incaricata di portarle di doni, temeva di non poterla accontentare. Ma, giunta presso l’orto, trovò un roseto fiorito e un fico colmo di frutti.

Nelle celebrazioni che si svolgono in Sicilia, come nel resto d’Italia, un ruolo di primo piano lo ricopre la benedizione delle rose, oltre alla processione del simolacro della santa. Le rose sono distribuite ai familiari e agli amici. A Castelbuono i petali di rose vengono fatti cadere dal tetto della chiesa, la cosidetta “pioggia delle rose”.

In alcune città, come Castelbuono, Castelvetrano, Messina, avvine anche la benedizione dei pani, detti “i panuzzi di Santa Rita”, piccoli pani a forma di rose.

A Catenanuova sono benedetti i vestiti dei fedeli, mentre a Paternò le donne e le bambine indossano “u votu di Santa Rita” come voto o atto di affidamento alla santa.

La ricetta che vi proponiano è quella dei pepatelli o pepatielli, dolci della tradizione umbra che hanno come ingrediente principale il miele, un prodotto legato a Santa Rita e di cui l’Umbria, come la nostra isola, è grande produttrice.

Pepatelli

Ingredienti

  • 400 gr di miele
  • 250 gr di farina
  • 120 gr di mandorle
  • scorza di arancia
  • pepe q.b.
  • burro q.b.

Scaldate a bagnomaria il miele fino a farlo leggermente bollire. Sbollentate, pelate e pestate le mandorle, quindi, unitele al miele. Unite la buccia d’arancia tagliata a pezzetti e la farina. Per ultimo aggiungete il pepe a vostro piacimento. Mescolate fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo. Versate il composto su un piano di marmo e formate un blocco alto circa 4 cm e fate raffreddare. Tagliate a rettangoli e posizionate su una teglia unta di burro. Infornate a 200°C per 5 minuti. Fate raffreddare.

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