Mùrika, il luogo delle radici di Giorgio Cicero che preferisce non fermarsi mai

Giorgio Cicero Mùrika 1

(di Angela Sciortino) Nella sua cucina prevale il vegetale, ma non è vegetariana. Evidente la sua voglia di valorizzare gli ingredienti appena raccolti nell’orto biologico attiguo al ristorante Murìka che coltiva personalmente e dove raccoglie frutta, ortaggi ed erbe aromatiche.

Per Giorgio Cicero, classe 1995, la cucina è un gioco da ragazzi. Del resto, vista la sua giovane età non potrebbe essere diversamente. Ma proprio perché è così giovane, non deve stupire la maestria nel trattare gli ingredienti che ha imparato – a partire dall’età di 16 anni – alle “corti” di importanti chef internazionali: a Londra al Maze di Gordon Ramsay (ai tempi una stella Michelin) al Pollen Street Social di Jason Atherton (una stella Michelin) e al Marina Social Dubai di Jason Atherton.

Da pochi mesi Cicero ha deciso di tornare (momentaneamente) a casa, a Modica, per lanciare e gestire («non per sempre, non mi fermo qui», ha tenuto a sottolineare) il ristorante che si trova all’interno dell’albergo di famiglia, il Modica Palace Hotel. Quello che un tempo portava il nome di Quasimodo e che dopo la ristrutturazione  con materiali essenziali – pietra, ferro, legno e vetro – ha battezzato “Mùrika”, nome che appresenta la genesi più antica del primo nome della città di Modica e scelto dunque dal giovane chef per raccontare le proprie radici.

L’esperienza sensoriale proposta da Giorgio Cicero al tavolo del suo ristorante non si dimentica. Dei piatti serviti a un gruppo di giornalisti di settore, critici esperti e severi di pietanze e preparazioni gastronomiche, è sicuramente rimasta impressa la cura e gli accostamenti di colore delle presentazioni. Pure quelli delle materie prime vegetali e dei piatti – quelli di Thalass, firmati da Alessandro Di Rosa, artigiano del vetro a Modica – hanno avuto un ruolo non indifferente nello stupire i commensali. Piccole opere d’arte come si conviene ormai agli chef gourmet che devono dimostrare, oltre alla fantasia e alla perizia nello scegliere e trattare gli ingredienti, anche un grande senso estetico. Tanto che non di rado, di fronte a un piatto ben presentato e prima di assaggiare una preparazione, sorge un ragionevole dubbio: sarà buono quanto bello?

Al Mùrika, Giorgio Cicero, ha messo i commensali di fronte a piatti a prima vista semplici, ma sempre arditi. Alla tanta voglia stupire delle sue preparazioni, obiettivo in cui riesce perfettamente e che ha imparato a perseguire durante le sue esperienze all’estero, fa però da contraltare la scelta di ingredienti di terra e di mare che sono tipici della sua terra: polpo, agnello, baccalà, seppie, carote (Ispica, il paese che dà il nome all’Igp è a un tiro di schioppo). Altra sua nota di merito è il cambio del menù al cambiare delle stagioni: utilizzando prevalentemente le materie prime del suo orto non potrebbe essere diversamente.

Ma veniamo ai piatti proposti nel menù scelto appositamente per la stampa specializzata. Per cominciare, due muffin, uno alla salsiccia, l’altro all’acciuga. A seguire, nella lunga sfilza di antipasti le leggerissime sfoglie di riso al nero di seppie con crema al limone, l’apprezzatissimo carpaccio di tonno rosso marinato agli agrumi e soia, cavolo viola, gel di pomodoro, senape, scalogno, ravanelli, croccante di finocchio (disidratato) e germogli e la morbida consistenza di una mousse di polpo con fantasia di broccoli.

Il primo è stato insolito e intrigante. A base di un ingrediente raramente usato nelle nostre cucine. Non un risotto (troppo a rischio scottura visto il numero di commensali), ma un orzotto. Realizzato con orzo perlato saltato nel lardo e servito insieme a crema di carote, crescione e olio di carote. La vera provocazione di Giorgio Cicero nel secondo: agnellino baccalà con crema di cipolla caramellata, associati a carote arrostite, scalogno e cipolla caramellata. Il dessert classico ma non troppo, consistente in una cialda con crema (poco dolce) di ricotta di bufala e mousse di cioccolato di Modica e olio extravergine d’oliva, è stato preceduto da una panna cotta montata con arachidi, pepe, riso e menta glaciale, finta con agrodolce allo zenzero.

Per chi volesse provare l’esperienza con Giorgio Cicero al Mùrika deve fare in fretta, o aspettare la primavera: per qualche mese andrà all’estero, probabile meta Singapore, dove continuerà il percorso di formazione e specializzazione. E in estate è possibile trovarlo al Maganuco Oasi Beach, di Marina di Modica, preso in gestione l’estate scorsa assieme alla sua famiglia. 

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