PALERMO – C’è un filo dolce e profumato che unisce api, territorio e cucina: è il miele siciliano. A Palermo, un laboratorio esperienziale ha raccontato tutti i segreti di questo straordinario ingrediente, portando in tavola benessere, biodiversità e innovazione.
Ai margini del centro abitato del capoluogo siciliano, nella sala del verdeggiante Istituto Zootecnico Sperimentale, si è svolta lo scorso 31 maggio una mattinata speciale. Il titolo dell’evento era già un programma: “Polline, miele e cucina”. Promosso da Aras– Associazione Regionale Apicoltori Siciliani con il supporto di T&T Territorio e Turismo e cofinanziato nell’ambito della campagna apistica 2024/2025, l’incontro ha saputo trasformare un laboratorio didattico in una vera e propria esperienza enogastronomica. Protagonisti indiscussi: il miele e il polline, due prodotti dell’alveare che, in Sicilia, diventano espressione autentica del paesaggio.
Oro di Sicilia: alla scoperta dei mieli dell’isola
A guidare il pubblico alla scoperta dell’universo apistico è stato Giovanni Caronia, apicoltore e divulgatore, capace di intrecciare competenza e passione in un racconto che ha attraversato paesaggi e profumi.
La Sicilia, ha spiegato Caronia, non è solo una terra generosa, ma un vero e proprio mosaico di biodiversità, capace di offrire un ventaglio straordinario di mieli monoflora e millefiori. Dal miele di agrumi, dolce e delicato, a quello di sulla, fresco e floreale, fino al profondo e balsamico miele di eucalipto o al più raro miele di timo, dalle note intense e aromatiche. Senza dimenticare i millefiori, che in Sicilia non sono mai uguali: cambiano da zona a zona, seguendo le stagioni, le fioriture spontanee, l’altitudine.
Attraverso degustazioni guidate, i partecipanti hanno potuto riconoscere le sfumature di ciascun miele: il colore, l’aroma, la consistenza, il retrogusto. Ogni cucchiaino raccontava un paesaggio: la collina interna, il litorale agrumeto, le valli assolate dei Nebrodi. Ma soprattutto, Caronia ha messo in luce il valore nutrizionale e simbolico del miele e del polline, prodotti antichissimi che oggi parlano anche di salute e sostenibilità.
Dall’alveare al piatto: la cucina della chef Rosi Napoli
Se la prima parte dell’incontro è stata un viaggio nella natura, la seconda è entrata nel vivo della cucina. A mettersi ai fornelli è stata Rosi Napoli, chef trapanese e coordinatrice regionale delle Lady Chef dell’Unione Regionale Cuochi Siciliani (Urcs), che ha mostrato come miele e polline possano diventare ingredienti raffinati, capaci di impreziosire piatti della tradizione con un tocco contemporaneo.

Tra le ricette proposte, spiccava la caponata al miele millefiori, dove il miele sostituisce lo zucchero nella tipica salsa agrodolce, restituendo al piatto la sua anima originaria. Un’operazione non solo gastronomica, ma anche culturale, che riporta alla luce usanze antiche e le adatta alla tavola di oggi.

Miele e polline, protagonisti creativi della tavola
Tra gli altri piatti in degustazione:
- Polpette con salsa alla senape e miele di timo, un gioco di contrasti tra la dolcezza balsamica del miele e la piccantezza della senape;
- Involtini di tonno con pomodorino, scorzetta d’arancia e miele di eucaliptus, che fondono terra e mare in una sintesi perfettamente siciliana;
- Risotto ai formaggi siciliani e polline, con fonduta di Ragusano Dop, Provola dei Nebrodi e pecorino, arricchita da una delicata nota floreale;
- E per finire, il suggestivo “Dolce ricordo”, un dessert che unisce ricotta e miele di melata, salsa calda al passito e crumble di mustazzoli: un omaggio alla dolcezza antica della cucina contadina.
Ogni piatto è stato raccontato nei dettagli, spiegato passo per passo, e accompagnato da ricette cartacee per consentire al pubblico di replicarlo a casa. Un modo concreto per far entrare miele e polline nella quotidianità, anche lontano dalle colazioni.
Quando il gusto incontra la biodiversità
Oltre alla scoperta sensoriale, l’incontro ha trasmesso un messaggio chiaro e urgente: senza api non c’è futuro, e sostenere l’apicoltura significa proteggere la nostra biodiversità. Il miele non è solo un alimento, è il frutto di un equilibrio fragile, che passa anche dalla qualità dell’ambiente.
Ecco perché parlare di miele in cucina oggi significa parlare anche di agricoltura sostenibile, di benessere, di filiere corte e di identità locale.